Che cosa vuol dire formazione? A che può servire?

Per tanti anni ho lavorato in azienda, diverse aziende e di dimensione variabile. Ho lavorato come dipendente in organico ed anche come consulente esterno. Ho curato attività relative alla selezione, all’inserimento dei neoassunti, progettazione di piani d’azione per evitare dimissioni, progettazione di procedure per la rilevazione delle attività lavorative, per la valorizzazione delle persone e dei ruoli, per la valutazione delle prestazioni, del potenziale, per raccogliere elementi per i piani di mobilità interna e per le attività formative e di sviluppo.

Mi sono anche occupata di comunicazione interna ed esterna, di riorganizzazione dei processi di lavoro con relativi ruoli. Molto mi sono dedicata alla “formazione” ma non tanto o non solo come episodica formazione d’aula bensì come organizzazione di un percorso complesso che partendo dal soggetto con le sue caratteristiche ed esperienza, potesse prevedere un suo sviluppo con soddisfazione per lui e per l’azienda. C’è quindi sempre una focalizzazione del rapporto fra il soggetto ed il ruolo a lui assegnato, sulle sue possibilità di dargli vita in un modo personale ma al tempo stesso in armonia con la cultura aziendale di appartenenza.

Sempre più negli anni, l’ambiente lavorativo ha risentito delle mutate condizioni sociali e del mercato e di conseguenza è stato richiesto un modo di lavorare più autonomo, maggiore iniziativa, propositività, capacità di tollerare l’incertezza, di adattarsi ai cambiamenti di strategia, della struttura organizzativa, dell’ organizzazione del lavoro. Il senso di appartenenza nelle aziende è un po’ scemato per il senso di precarietà vissuto.

Comunque, la formazione è una situazione di apprendimento, particolarmente importante per chi ha un ruolo di leadership e di responsabilità nella gestione di altre persone; viene progettata nei modi e nei contenuti in base agli obiettivi che ci si propone, ed ai destinatari. Vengono utilizzati diversi metodi e strumenti al fine di promuovere l’evoluzione positiva verso le condizioni auspicate. Sempre si tratta di facilitare una transizione, un processo di cambiamento, con tutte le complessità, diffidenze, paure e difese che questo comporta. Specialmente quando il cambiamento non si è deciso autonomamente, sembra voluto da altri e non se ne capisce movente e finalità. C’è sempre in questi casi un senso di profonda prevenzione e minaccia.

Questi sono i motivi per cui curare i processi di comunicazione all’interno delle organizzazioni è fondamentale. Devo dire che prendersi cura di una struttura sociale (organizzazione, azienda, istituzione o gruppo) ha una sua complessità specifica ma presenta anche alcune caratteristiche, nelle sue dinamiche interne, che sono comuni a quelle che si ritrovano negli individui.

Possiamo dire che “anche le aziende soffrono ed hanno bisogno di psicoterapia per ritrovare la propria vitalità!”. Un’azienda malata fa star male le persone al suo interno, un’azienda sana invece contribuisce al loro benessere.