Intervento introduttivo al Convegno Sinergie per la pace – Roma 2019
Intervento introduttivo di Maria Novella Tacci –
Responsabile del programma d’azione “Sinergie per la Pace”

Eccoci insieme finalmente per questo primo convegno dedicato a questo tema :
Le sinergie per la pace.

iI concetto di Sinergie ci venne in mente quando già qualche anno fa lavoravamo al Progetto Icona Viola, insieme contro la Violenza, con il FatebeneFratelli dell’Isola Tiberina. Avemmo modo di constatare quante disparate iniziative vengono messe in atto a Roma per aiutare contro la violenza sulle donne, ma ci rendemmo anche conto che ognuno agiva per conto proprio, vedeva solo un pezzettino del problema e non c’era alcun coordinamento per aiutarsi reciprocamente al conseguimento degli obiettivi voluti, nessuna complementarietà, nessuna sinergia appunto che potesse evitare anche delle ripetitività senza possibilità di valorizzare le risorse economiche, strutturali e di competenza di ciascun Ente ed Istituzione coinvolta.

Quindi, anche qui nel Rotary, se volessimo sviluppare sinergie per raggiungere degli obiettivi che possano avere un peso sociale, dovremmo tenere conto di questi aspetti.
Ed è quanto si propone di fare questo programma di azione per favorire il sostegno di un clima di pace.
A questo proposito voglio farvi due esempi positivi:

il primo ha avuto luogo appena due settimane fa ad oggi, a opera del Rc Giulio Cesare con l’evento magistralmente pensato da Giovanna Spadaro ed al quale ha partecipato, fra gli altri interessanti testimoni, anche il nostro qui presente Avvocato Abdelaziz Essid, per far riflettere ben 300 allievi del liceo di tre scuole romane sui temi della pace. “Per dare a questi ragazzi di oggi che vedono tanta aggressività la speranza di quanto si può fare, e già fanno, molte persone.”
Altro esempio è il lavoro che sta svolgendo il Gruppo Rotary Unesco guidato da Tatiana Kirova, per evincere dal linguaggio dell’architettura che si esprime nelle città storiche dell’Unesco e nelle opere “patrimonio dell’Umanità” , tutta la ricchezza culturale ed identitaria di un popolo, il rispetto per le specificità ed i collegamenti con le tracce lasciate dalle vicende riguardanti anche la pace.
L’espressione dell’aggressività e della violenza è aumentata negli ultimi anni, in Italia e non solo,. Violenza che si esprime nei comportamenti delle persone in tante diverse situazioni pubbliche e private: in famiglia, nelle scuole, nei dibattiti televisivi, negli atteggiamenti e nelle relazioni tra persone, come per esempio anche alla guida nelle strade.

Certamente, il massimo dell’aggressività è rappresentato dalla guerra, quando si pensa che il conflitto non sia risolvibile con il dialogo, la negoziazione, il compromesso.
Questa però è una soluzione (se così vogliamo chiamarla) davvero distruttiva al massimo, di fatto è una sconfitta per tutti, con tantissimo dolore e sofferenza e perdite.
Io non ho vissuto guerre in prima persona, ma ricordo che studiando la storia passata e parlando con i professori ed anche con le persone è sempre stata espressa l’intenzione “mai più”.
Poi, ho avuto modo di constatare che questo “mai più” è illusorio, è rimasto solo un’intenzione perché è accaduto di tutto in varie parti del mondo anche a noi vicine.
Possibile che dall’esperienza di chi ci ha preceduto non si possa tenere conto e non si possa apprendere niente?! Dobbiamo ripetere sempre le stesse tragedie?

Come cittadina di questo mondo ed in questo mio periodo storico “breve”, i cui confini sono tracciati dalla durata della vita , sento il dovere, il bisogno di fare qualche cosa in coerenza con quello in cui credo; sento il desiderio di contribuire alla società per quanto ho potuto apprendere studiando, crescendo, facendo esperienza.
Per altro questo desiderio dovrebbe essere fra le motivazioni dell’essere rotariani.
Già nell’ottobre del 2013, quindi poco più di 5 anni fa, con il contributo anche di molte persone oggi qui presenti, e che ringrazio oggi come allora, abbiamo realizzato il convegno “Etica pubblica e partecipazione: il contributo personale alla società civile” nell’Aula dei lavori Parlamentari della Camera dei Deputati, ed anche questo fu realizzato in sinergia fra tanti, rotariani e non.

Ogni persona singola ha responsabilità di sé e dei propri comportamenti, quindi di quanto fa e di quanto non fa; si dice e non a caso, “se vuoi la pace fai prima pace con te stesso” e cioè risolvi le tue rabbie, i tuoi conflitti e non esportarli nella lettura ed interpretazione del comportamento degli altri.
Da queste interpretazioni arbitrarie derivano poi le nostre azioni, giustificate sempre dal significato che abbiamo attribuito ai fatti vissuti. Bisogna cercare di esserne consapevoli, tutto è molto relativo e può quindi anche essere intenzionalmente manipolato. Le conseguenze ricadono però su tante altre persone.
Sicuramente coloro che, come i presenti, si dedicano con perseveranza ad una realizzazione, qualunque essa sia, sono motivati da elementi che si radicano proprio nel loro terreno affettivo interiore: le vite non si svolgono a caso, non si persegue un obiettivo nel mondo per caso.
Dipende anche dal significato che vogliamo dare alla nostra vita.
E il congresso di oggi vuole essere un’occasione per parlarne insieme, con questi testimoni di valore per l’impegno che hanno dimostrato e che continuano a mettere nel loro agire a sostegno della pace e di un vivere umano che sia degno di questo nome.