Qual è il significato profondo di un trauma? Che cosa produce e quali sono le sue conseguenze?
La “Storia” non ha risparmiato all’umanità esperienze traumatiche (solo negli ultimi anni, tralasciando le guerre precedenti: l’attentato alle Torri Gemelle New York, i molteplici attentati in Europa ed altrove perpetrati dall’ISIS, i molteplici episodi di violenza sugli immigrati e sulle donne….) e dobbiamo interrogarci sui solchi e sui percorsi lasciati da un’esperienza traumatica nell’anima delle persone sia coloro che sono direttamente implicati nella situazione che su tutti gli altri che sono “spettatori”, apparentemente passivi, di quanto vedono ed ascoltano.
Di queste emozioni ne sono interpreti diversi artisti (pittori, scultori, musicisti, scrittori ed anche giornalisti) che nelle loro espressioni propongono la propria percezione riguardo a questa situazione di distruzione, dolore e, si spera, indomita volontà di rinascita. Se ci pensiamo, con i bambini, che data la fase del loro sviluppo hanno minore capacità di elaborare intellettualmente le loro emozioni, si ricorre all’espressione con i disegni per consentirgli di esprimere le loro emozioni.
Ciò sul quale possiamo agire non è la distruzione ma la capacità di rinascita, di rimboccarsi le maniche e di guardare al futuro, senza dimenticare ma accettando e delaborando il dolore. Il trauma lacera la trama della nostra vita e ferma pertanto il tempo, la contestualizzazione ed il significato di tutto. La memoria confronta con una tendenza alla ripetizione delle immagini e dell’esperienza traumatica vissuta. Tutto riemerge immutato ed improvviso non appena le possibilità di difesa razionali e consapevoli si allentano (per es. nel sonno).
L’arte in tutte le sue forme espressive ci aiuta a comunicare emozioni: penso ai disegni dei bambini sopravvissuti alla distruzione causata dal terribile tzunami che ha investito anni fa le coste Giapponesi dopo il terremoto. Anche in questo caso, sgomento ed orrore ci hanno pietrificati davanti alle TV nel vedere l’onda nera che inghiottiva tutto al suo passaggio.
E penso anche al bellissimo film di Crialese “Terraferma”, che ha avuto il premio speciale al Festival del Cinema di Venezia: anche in questo caso il tema attualissimo dei migranti che, quando hanno fortuna, arrivano stremati a Lampedusa dopo aver attraversato il mare. Anche questo è un evento traumatico per tutti; per loro sicuramente, ma anche per gli anziani dell’isola che seguono “la legge del mare” che prevede di dare soccorso a chi si trova in difficoltà e sta per annegare e che si trovano a doversi confrontare con una “nuova legge” che vuole che queste persone siano denunciate e poi respinte.
Un trauma per i turisti, che vedono di colpo lacerarsi le proprie emozioni vacanziere e si trovano confrontati con una realtà di sofferenza e miseria che li spaventa e dalla quale vorrebbero rifuggire. Il conflitto degli abitanti dell’isola più giovani, fra sentimenti di compassione, voglia di prestare aiuto ed identificazione umana da un lato e dall’altra la minaccia di non guadagnare più con il turismo e di trovarsi anche “fuori legge” in base alle nuove regole di Stato.
Il trauma può dare adito ad un grande impegno creativo per essere elaborato e la nostra realtà contemporanea non è certo avara di occasioni: a noi darci da fare!